RACCONTI DAL GLOBE THEATER DI ROMA (estate 2013)
di Luana
Il Globe Theatre di Roma, intitolato a Silvano Toti, e' un autentico gioiello nel cuore di Villa Borghese. Per chiunque ami il buon teatro, e abbia una passione vera e propria per Shakespeare, assistere a uno spettacolo al Globe porta in una dimensione assolutamente straordinaria. Credo che nessun teatro possa restituire le stesse emozioni. Il cartellone del Globe, il cui direttore artistico è Gigi Proietti, annovera ogni anno interessanti allestimenti tratti dal repertorio del genio di Stratford on Avon, e ormai è una tradizione che ben si accorda con il meglio che Roma possa offrire nell'ambito dell'offerta di spettacoli teatrali.
La mia prima esperienza al Globe (ebbene si', mi sono decisa dopo anni di pratica teatrale, ma ben venga adesso mentre sono allo studio dell'opera omnia di Shakespeare) mi porta a scegliere il capolavoro della tragedia d'amore, Romeo e Giulietta. Annunciato come un evento di altissimo livello, mi ha incuriosito la sinossi di Proietti, che ne e' il regista, che scrive di una rappresentazione della spaccatura fra generazioni, gli adulti che non sanno proteggere i due ragazzi dall'odio delle due famiglie Montecchi - Capuleti, la scelta di scritturare interpreti giovanissimi nel ruolo dei protagonisti, e ancora gli adulti che non sanno accompagnare questi giovani nel viaggio dell'esistenza, troppo presi dai propri personali egoismi, una tristissima favola, insomma, avvelenata dall'odio che spegne ogni speranza di futuro, e in cui il destino irrompe perche' la superficialita' di tutti soffoca ogni possibilità di felicità. Avevo molte aspettative su questo spettacolo, che non sono state disattese.
Nel suo complesso, ne e' risultato un ottimo spettacolo, in cui tutti erano esattamente dove dovevano stare, tutti competenti, all'altezza del ruolo, a proprio agio nello spazio scenico di grande impatto visivo. Nessuna sbavatura - al di la' di un Paride che mi e' sembrato incerto - interpreti molto bravi e professionali. Non poteva che essere così quando un progetto nasce su un'idea di rispetto del pubblico. Dal punto di vista della resa scenica, ho trovato che Francesca Ciocchetti nel ruolo della Balia fosse assolutamente perfetta, la migliore attrice direi. Mentre Fausto Cabra nel ruolo di Mercuzio e' stato superbo. I due protagonisti a volte perfino sullo sfondo, rispetto alla potenza scenica di coloro che ho appena citato.
Esperienza decisamente soddisfacente, pubblico in piedi agli applausi finali (10 minuti di ovazione), e gli echi di questo applauso in un teatro cosi' splendido sono travolgenti. Momenti in cui l'emozione e' stata tanta? Si', con il brivido e la lacrima perfino, mentre pensi che la Bellezza abita in quel preciso luogo e in quel preciso istante, in un'arena di legno massiccio fedele all'originale, con il cielo della notte d'estate che spicca nel grande anello scoperto in alto. Per uno spettatore, sapere che l'Arte esiste, che c'e' ancora gente che sa apprezzarla e promuoverla, senza alcuna profanazione, semmai dando un validissimo contributo all'eternare questi splendori in prosa, e' puro godimento. E in generale, questa e' l'Arte che dobbiamo guardare, proteggere, difendere, perpetrare. E se osiamo imitarla, sia questo un atto di onestà doveroso e realistico, a scanso di qualsivoglia volgare imitazione.
La mia prima esperienza al Globe (ebbene si', mi sono decisa dopo anni di pratica teatrale, ma ben venga adesso mentre sono allo studio dell'opera omnia di Shakespeare) mi porta a scegliere il capolavoro della tragedia d'amore, Romeo e Giulietta. Annunciato come un evento di altissimo livello, mi ha incuriosito la sinossi di Proietti, che ne e' il regista, che scrive di una rappresentazione della spaccatura fra generazioni, gli adulti che non sanno proteggere i due ragazzi dall'odio delle due famiglie Montecchi - Capuleti, la scelta di scritturare interpreti giovanissimi nel ruolo dei protagonisti, e ancora gli adulti che non sanno accompagnare questi giovani nel viaggio dell'esistenza, troppo presi dai propri personali egoismi, una tristissima favola, insomma, avvelenata dall'odio che spegne ogni speranza di futuro, e in cui il destino irrompe perche' la superficialita' di tutti soffoca ogni possibilità di felicità. Avevo molte aspettative su questo spettacolo, che non sono state disattese.
Nel suo complesso, ne e' risultato un ottimo spettacolo, in cui tutti erano esattamente dove dovevano stare, tutti competenti, all'altezza del ruolo, a proprio agio nello spazio scenico di grande impatto visivo. Nessuna sbavatura - al di la' di un Paride che mi e' sembrato incerto - interpreti molto bravi e professionali. Non poteva che essere così quando un progetto nasce su un'idea di rispetto del pubblico. Dal punto di vista della resa scenica, ho trovato che Francesca Ciocchetti nel ruolo della Balia fosse assolutamente perfetta, la migliore attrice direi. Mentre Fausto Cabra nel ruolo di Mercuzio e' stato superbo. I due protagonisti a volte perfino sullo sfondo, rispetto alla potenza scenica di coloro che ho appena citato.
Esperienza decisamente soddisfacente, pubblico in piedi agli applausi finali (10 minuti di ovazione), e gli echi di questo applauso in un teatro cosi' splendido sono travolgenti. Momenti in cui l'emozione e' stata tanta? Si', con il brivido e la lacrima perfino, mentre pensi che la Bellezza abita in quel preciso luogo e in quel preciso istante, in un'arena di legno massiccio fedele all'originale, con il cielo della notte d'estate che spicca nel grande anello scoperto in alto. Per uno spettatore, sapere che l'Arte esiste, che c'e' ancora gente che sa apprezzarla e promuoverla, senza alcuna profanazione, semmai dando un validissimo contributo all'eternare questi splendori in prosa, e' puro godimento. E in generale, questa e' l'Arte che dobbiamo guardare, proteggere, difendere, perpetrare. E se osiamo imitarla, sia questo un atto di onestà doveroso e realistico, a scanso di qualsivoglia volgare imitazione.