Perchè Rumors?
Ho scelto di mettere in scena uno dei capolavori di Neil Simon coraggiosamente, giacchè questo commediografo presenta una scrittura che non ammette cadute di ritmo né errori. Ardita anche la scelta di sperimentarne un adattamento, che ha previsto l’esclusione di due ruoli e la ridistribuzione delle battute in maniera organica e coerente.
La commedia racconta, con sottile comicità e con dialoghi incalzanti, le menzogne e i pettegolezzi (“rumors”, appunto) di quattro coppie dell’alta borghesia newyorkese. Nel mio adattamento le coppie sono tre, il che ha comportato l’esclusione di due personaggi che nelle intenzioni di Simon rappresentano le nevrosi di un politico e consorte. Questo “taglio” al copione ha richiesto una grande attenzione ai dettagli e al tipo di ironia distribuita sugli altri ruoli.
La scena è fissa e si svolge in casa del vicesindaco di New York Charley Brock. Costui ha invitato tre coppie di amici a festeggiare il suo decimo anniversario di matrimonio, ma all'arrivo della prima coppia, composta dall'avvocato di fiducia e consorte, incominciano gli equivoci e con essi i “rumors”: Myra, la moglie di Charley, non c'è, la servitù nemmeno e il vicesindaco giace nella sua stanza in un lago di sangue. Si tratta di un tentativo di suicidio o Myra stessa, scomparsa nel nulla, ha tentato di uccidere suo marito? Ha inizio così una escalation di bugie per cercare di nascondere l'accaduto alle coppie di amici che arriveranno in seguito: il consulente fiscale con relativa moglie mondana e pettegola, e l'analista con signora. Con l’arrivo degli ospiti aumentano le bugie e i “rumors” per cercare di salvare la faccia al vicesindaco ed evitare uno scandalo senza precedenti.
Massimo Chiesa scrive: “Rumors è un comico affresco sull’alta borghesia newyorkese, fatua e pettegola. In questa pièce andata in scena per la prima volta a Broadway nel 1988, Simon abbandona il suo ruolo di osservatore preciso e graffiante delle nevrosi metropolitane per accompagnare il pubblico in un grottesco e paradossale viaggio all’interno della farsa. Farsa che, come spiega Simon, non concede rallentamenti, servono persone che entrino ed escano attraverso le porte senza mai incontrarsi. Il risultato è uno spettacolo dai ritmi frenetici e dai dialoghi surreali, un crescendo spasmodico di porte che si aprono e si chiudono, di perbenismi che esplodono, di paure che si contagiano, di incidenti che dilagano.
Uno spettacolo di satira sociale che ha una forza comica senza precedenti”.
L’azione si svolge a pochi chilometri da New York, una trasposizione diversa ne avrebbe snaturato contenuti e intenzioni. All’apertura del sipario apparirà un scenografia semplice, con due colori dominanti: il nero e il bianco. Non ci sarà allestimento di porte, le quinte laterali e il fondo saranno collocati in modo da permettere agevolmente le entrate e le uscite di scena. I protagonisti vestiranno in modo elegante, in linea con l’ambiente e l’evento.
Si tratta di una commedia farsesca, in cui le interpretazioni dei personaggi devono passare fluidamente dalla commedia alla farsa. Il rischio è quello di farli apparire troppo grotteschi e lontani dalla realtà, per cui è necessario guidarli scindendo nettamente i momenti nonsense da quelli genuinamente brillanti. La credibilità del racconto è direttamente legata alla capacità degli interpreti di vivere in modo naturale ogni gesto e battuta, in sostanza a credere a tutto ciò che accade.
La commedia racconta, con sottile comicità e con dialoghi incalzanti, le menzogne e i pettegolezzi (“rumors”, appunto) di quattro coppie dell’alta borghesia newyorkese. Nel mio adattamento le coppie sono tre, il che ha comportato l’esclusione di due personaggi che nelle intenzioni di Simon rappresentano le nevrosi di un politico e consorte. Questo “taglio” al copione ha richiesto una grande attenzione ai dettagli e al tipo di ironia distribuita sugli altri ruoli.
La scena è fissa e si svolge in casa del vicesindaco di New York Charley Brock. Costui ha invitato tre coppie di amici a festeggiare il suo decimo anniversario di matrimonio, ma all'arrivo della prima coppia, composta dall'avvocato di fiducia e consorte, incominciano gli equivoci e con essi i “rumors”: Myra, la moglie di Charley, non c'è, la servitù nemmeno e il vicesindaco giace nella sua stanza in un lago di sangue. Si tratta di un tentativo di suicidio o Myra stessa, scomparsa nel nulla, ha tentato di uccidere suo marito? Ha inizio così una escalation di bugie per cercare di nascondere l'accaduto alle coppie di amici che arriveranno in seguito: il consulente fiscale con relativa moglie mondana e pettegola, e l'analista con signora. Con l’arrivo degli ospiti aumentano le bugie e i “rumors” per cercare di salvare la faccia al vicesindaco ed evitare uno scandalo senza precedenti.
Massimo Chiesa scrive: “Rumors è un comico affresco sull’alta borghesia newyorkese, fatua e pettegola. In questa pièce andata in scena per la prima volta a Broadway nel 1988, Simon abbandona il suo ruolo di osservatore preciso e graffiante delle nevrosi metropolitane per accompagnare il pubblico in un grottesco e paradossale viaggio all’interno della farsa. Farsa che, come spiega Simon, non concede rallentamenti, servono persone che entrino ed escano attraverso le porte senza mai incontrarsi. Il risultato è uno spettacolo dai ritmi frenetici e dai dialoghi surreali, un crescendo spasmodico di porte che si aprono e si chiudono, di perbenismi che esplodono, di paure che si contagiano, di incidenti che dilagano.
Uno spettacolo di satira sociale che ha una forza comica senza precedenti”.
L’azione si svolge a pochi chilometri da New York, una trasposizione diversa ne avrebbe snaturato contenuti e intenzioni. All’apertura del sipario apparirà un scenografia semplice, con due colori dominanti: il nero e il bianco. Non ci sarà allestimento di porte, le quinte laterali e il fondo saranno collocati in modo da permettere agevolmente le entrate e le uscite di scena. I protagonisti vestiranno in modo elegante, in linea con l’ambiente e l’evento.
Si tratta di una commedia farsesca, in cui le interpretazioni dei personaggi devono passare fluidamente dalla commedia alla farsa. Il rischio è quello di farli apparire troppo grotteschi e lontani dalla realtà, per cui è necessario guidarli scindendo nettamente i momenti nonsense da quelli genuinamente brillanti. La credibilità del racconto è direttamente legata alla capacità degli interpreti di vivere in modo naturale ogni gesto e battuta, in sostanza a credere a tutto ciò che accade.